mercoledì 1 ottobre 2014

Le Orchidee spontanee del Sarcidano, con Lucia Manca e Nino Mura

Tratto da: Sardinia Post 
(di Lucia Serra)
Chi vuole scoprire una Sardegna diversa da quella raccontata nei depliant, lontana dalle spiagge e dal mare smeraldino, deve imparare a guardare in piccolo. Piccole sono le Ophrys ortuabis, orchidee endemiche che si trovano in una località poco battuta dai turisti, Ortuabis, tra Meana Sardo e Laconi, dove la Barbagia di Belvì sfuma nel Sarcidano. In quanto a varietà di orchidee e altre specie botaniche e faunistiche queste campagne e questi boschi sembrano baciati dalla fortuna. Gli appassionati lo sanno bene, ma custodiscono il segreto per il timore che piedi poco esperti possano calpestare qualche tesoro. Gli amanti delle orchidee poi, sono una razza a parte. Gelosi come nessuno delle loro scoperte condividono, con pochissimi i nuovi ritrovamenti, salvo immortalarli in infiniti scatti fotografici. Macchine fotografiche e cineprese sono infatti le uniche armi concesse a questa particolare caccia che altro non è che una immersione totale nelle suggestioni di un paesaggio intatto, nella pace di luoghi incantati, tra boschi, radure e ruscelli a cui si arriva da sentieri sconosciuti ai più.
Ortuabis è la patria d’eccellenza delle orchidee sarde: delle 85 tipologie censite nell’isola, ibridi compresi, oltre quaranta si possono trovare in questo territorio, un vero paradiso per gli appassionati. E Ortuabis è anche il titolo del documentario (di seguito un breve estratto) vincitore del primo Festival internazionale del cortometraggio botanico inserito in Orticolario, manifestazione dedicata al cosiddetto giardinaggio evoluto (con più di duecento espositori da tutto il mondo e oltre ventimila visitatori), tenutasi il 5, 6 e 7 ottobre scorsi a Villa Erba di Cernobbio, sul lago di Como. Autore del corto il regista sardo Vincenzo Rodi, di Sorgono (Nuoro), cameraman di professione ma con alle spalle una laurea in Scienze naturali e una tesi sulle orchidee della Barbagia e del Mandrolisai. 
Il film, che si avvale delle musiche originali di Stefano Guzzetti, racconta della passione per le orchidee di una coppia di coniugi, Lucia Manca e Nino Mura. Quartesi di origine, da anni i due hanno scelto Laconi come meta per i loro soggiorni estivi scoprendo l’amore per la natura e per questi fiori, tanto da intraprendere un percorso di studi da autodidatti che li ha portati a scovare specie mai segnalate prima, contribuendo così alla ricerca scientifica e accademica. Attraverso il racconto di Lucia Manca e del marito il regista propone una visione diversa dell’isola in un viaggio che parte dall'incanto delle nevi invernali, rivela l'esplosione della natura in primavera, fino alla scoperta della minuscola Ophrys ortuabis. È stata proprio Lucia Manca a individuare per la prima volta questa specie endemica per la Sardegna e a descriverla nel 2002 insieme a un’altra appassionata, Maria Pia Grasso. Il corto di Rodi è stato apprezzato in modo unanime dalla giuria del Festival, dedicato nella sua prima edizione proprio alla scoperta delle orchidee spontanee in Europa. Queste piante sono state scelte anche come filo conduttore di Orticolario perché, a detta degli organizzatori, rappresentano la massima espressione dell’evoluzione nel mondo vegetale. Per capire quanta verità contenga questa affermazione basta prendere in considerazione proprio la piccola ortuabis: insieme alle altre del genere Ophrys, ha escogitato un vero e proprio inganno ai danni degli insetti che ha come unico scopo quello di garantire la continuità della specie. L’orchidea imita infatti un imenottero chiamato Andrena hypopolia: attraverso una seduzione di colori e odori, attira a sé il maschio inducendolo a uno pseudo-accoppiamento e assicurando così l’impollinazione. Un meccanismo semplice e perfetto che ha indotto la protagonista del corto a scorgere qualcosa di divino nella natura di questi particolarissimi fiori.


ORTUABIS, di Vincenzo Rodi



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